L'antico rito del tarantismo in scena a Galatina: scopri tutti i dettagli

Tra i tanti eventi che caratterizzano il programma 2017 dell’estate salentina, vi è un appuntamento imperdibile, a cavallo tra folklore e religione, di grande interesse per gli amanti della musica popolare, del teatro e dei riti di questa popolazione.

Come ogni anno, dal 28 al 30 giugno, si terrà a Galatina (Lecce) uno degli eventi più caratteristici della cultura salentina, vale a dire il rituale del tarantismo. Celebrato in corrispondenza delle festività dei Santi Patroni Pietro e Paolo, il tarantismo affonda le sue radici nell'antichità (le prime testimonianze risalgono al Medioevo), e nell’Italia meridionale, conoscendo poi una grande fortuna specialmente nel Salento.

Le origini del fenomeno del Tarantismo

Il tarantismo trae il nome da quel fenomeno convulsivo che, secondo la credenza popolare, soprattutto nelle donne era causato dal morso della taranta, un ragno velenoso identificato nella Lycosa tarentula. L'unico modo per guarire i "tarantati" dallo stato isterico in cui cadevano, era ricorrere alla musica e ad una danza sfrenata. Infatti, erano dei musicanti (attraverso tamburelli e organetti) ad esibirsi in presenza del malato per "esorcizzarne" la malattia, costringendolo a urlare e danzare in preda a uno stato di rapimento.

Dimenandosi alla stregua dello stesso aracnide, il "tarantato" ballava fino a quando non cadeva a terra, sfinito. La celebre musica legata a questo rito, nel Salento è la pizzica, che veniva usata come terapia e, mescolata ad elementi tipici del paganesimo, aveva anche il ruolo di aggregazione.

Il culto di "Santu Paolu"

Ed è proprio quello spirito di aggregazione comunitaria, che chiamava a raccolta i salentini attorno al malato, ad essere stato tramandato nei secoli, fino a determinare le caratteristiche della rivisitazione che si tiene annualmente a Galatina. La concomitanza con le celebrazioni della festa patronale è dovuta al fatto che lo stesso San Paolo riveste un ruolo centrale nel tarantismo: la leggenda vuole, infatti, che durante le sue peregrinazioni in Giudea, il Santo sia riuscito a scacciare col segno della croce i serpenti e ragni che lo avevano circondato.

In seguito, fu la stessa Chiesa a "legare" il rito alla figura di "Santu Paolu", in modo da neutralizzarne le componenti pagane: ciò ne ha determinato il lento declino nelle sue forme e motivazioni originarie, anche se poi la tradizione è tornata in auge di recente, riscoprendo uno degli aspetti più evocativi dell'identità culturale e folkloristica del Salento.

Lo svolgimento delle celebrazioni a Galatina

Il momento-cardine attorno a cui si impernia il rituale del tarantismo è la messa-esorcismo del 29 giugno nella Chiesa di San Paolo, celebrata in forma teatralizzata in ricordo di quella tradizione oramai scomparsa. I festeggiamenti avranno inizio già nella serata di mercoledì 28 con l'ingresso simbolico, attraverso le Porte della Città (addobbate con delle "zacareddhre", ovvero dei nastri colorati), di alcune "tarantate" su di un carretto.

Dalla notte fino alla mattina seguente, si danzerà, nella "notte de Santu Paolu", al suono dei musicisti che si ritroveranno in Piazza San Pietro. Nella giornata di giovedì 29, invece, sarà in programma, oltre alla rievocazione storica del suddetto rito coreutico, anche una serie di appuntamenti quali la visita alla Cappella e al Pozzo di San Paolo (dove in antichità venivano portati i tarantolati per chiedere la grazia al Santo) e, successivamente, la presentazione di uno spettacolo allestito dal "Pau LAB", incentrato sui balli e i canti della tradizione galatinese.

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