Nel cuore del Salento esiste un cammino che intreccia fede, storia e paesaggi mozzafiato: la Via Francigena del Sud. Un'antica rotta di pellegrinaggio medievale che conduceva i viandanti verso la Terra Santa, partendo da Roma e proseguendo fino ai porti del Salento, da dove si salpava per l’Oriente. Oggi, questo itinerario è stato riscoperto e valorizzato, diventando una delle esperienze più autentiche e affascinanti per chi ama il turismo lento, l’escursionismo e la scoperta dell’anima più profonda della Puglia.
Attraversare la Via Francigena del Salento significa immergersi in un mosaico di paesaggi rurali, città d’arte, borghi antichi, luoghi sacri e testimonianze archeologiche. È un cammino spirituale e culturale che abbraccia tutta la penisola salentina da nord a sud, per circa 160 chilometri, suddivisi in tappe ben segnalate e accessibili a tutti.
Un'antica rete di cammini
Il termine “Via Francigena” non identifica un unico sentiero, ma una rete di percorsi, o meglio un fascio di vie, utilizzate nei secoli da pellegrini, crociati e mercanti. Documentata per la prima volta nel X secolo dall’arcivescovo Sigerico, che annotò le 80 tappe del suo viaggio da Canterbury a Roma, la Francigena nel Sud si arricchisce di nuove direttrici, come quella che da Brindisi e Lecce porta fino a Santa Maria di Leuca, l’estremo lembo meridionale d’Italia.
Il percorso: da Brindisi al Finibus Terrae
Il cammino salentino si articola in sei tappe principali che attraversano paesaggi rurali, uliveti secolari, masserie, siti archeologici e città d’arte. Ogni tratto è un’esperienza a sé, fatta di incontri, sapori, memorie e bellezze naturali.
1. Brindisi – Lecce
La partenza è da Brindisi, storico porto romano e porta d'Oriente. Qui, i pellegrini si imbarcavano per Gerusalemme, lasciando alle spalle la celebre colonna terminale della Via Appia. Il tragitto verso Lecce attraversa la quiete degli uliveti e tocca luoghi di grande valore simbolico, come l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, fondata dai monaci basiliani. Poco prima dell’arrivo a Lecce, si incontra anche il Monastero degli Olivetani, risalente al XII secolo.
Una volta arrivati a Lecce, il viandante è accolto dallo splendore del barocco leccese, con la Basilica di Santa Croce, il Duomo e Piazza Sant’Oronzo, dominata dall’omonima colonna e dai resti dell’anfiteatro romano.
2. Lecce – Martano (via Acaya e Vernole)
La seconda tappa conduce verso l’interno, passando per Acaya, borgo fortificato del Rinascimento, famoso per il suo castello e per la cappella di San Paolo, legata al culto del tarantismo. Il cammino prosegue tra paesaggi agricoli, antiche masserie, frantoi ipogei e muretti a secco fino a Martano, cuore della Grecìa Salentina. Qui è d’obbligo una visita al Monastero Cistercense di Santa Maria della Consolazione, dove i monaci ancora oggi producono olio, liquori e confetture artigianali.
3. Martano – Otranto (via Cannole, Carpignano e Giurdignano)
Da Martano si cammina verso Carpignano Salentino, noto per la Cripta di Santa Cristina e per la bellezza della Chiesa Madre. Il tragitto attraversa poi Cannole, Serrano e il Santuario di Monte Vergine. Poco prima di Otranto si entra nel "Giardino Megalitico" di Giurdignano, una delle aree archeologiche più ricche del Sud Italia, con dolmen e menhir tra gli ulivi.
Otranto è una tappa iconica: il Castello Aragonese, il porto, le mura e la Cattedrale con il mosaico pavimentale e la Cappella dei Martiri rendono il borgo uno dei più suggestivi dell'intero cammino.
4. Otranto – Marittima
Dopo aver lasciato Otranto, la Via Francigena attraversa la Cava di Bauxite, dai colori rossi e ocra, e prosegue verso Uggiano la Chiesa e Cocumola. A Vignacastrisi si può ammirare l'autenticità di un paesaggio ancora integro, tra pinete e uliveti. Nei pressi di Marittima si trova la Cappella della Madonna di Costantinopoli, da cui si può deviare verso la maestosa Quercia Vallonea, albero secolare sotto cui – secondo la leggenda – trovò riparo Federico II con i suoi cento cavalieri durante una tempesta.
5. Marittima – Tricase Porto – Gagliano del Capo
La quinta tappa è un tuffo nel Salento più autentico. Dopo aver superato la Torre del Sasso, si scende verso Tricase Porto e si cammina lungo la costa, tra calette selvagge e borghi di pescatori. A Gagliano del Capo si ammira il maestoso Canale del Ciolo, una delle perle paesaggistiche del Salento, attraversato da un ponte panoramico di 40 metri.
6. Gagliano del Capo – Santa Maria di Leuca
L’ultima tappa è un itinerario simbolico e spirituale che termina al Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae, “alla fine della terra”. Si trova sul promontorio di Punta Meliso, dove l’Adriatico e lo Ionio si incontrano. Secondo la tradizione cristiana, fu qui che l’apostolo Pietro sbarcò per iniziare la sua predicazione in Italia. Ancora oggi, questo luogo ha una forza magnetica e mistica, dove il cammino trova la sua conclusione.
Perché percorrere la Via Francigena del Salento
Il cammino salentino non è solo un trekking, ma un viaggio culturale, gastronomico e spirituale. È un modo diverso per conoscere il territorio, lontano dai flussi turistici convenzionali. Si attraversano luoghi che custodiscono tradizioni millenarie, si incontrano comunità accoglienti, si scoprono sapori genuini.
La rete di accoglienza lungo la Via è in continuo sviluppo, con ostelli, agriturismi, B&B e punti informativi che offrono supporto ai camminatori. È possibile percorrere il tragitto tutto d’un fiato o suddividerlo in più weekend.
Quando partire
Il clima mite del Salento rende questo itinerario percorribile quasi tutto l’anno. I mesi ideali sono da marzo a giugno e da settembre a novembre, quando le temperature sono gradevoli e il paesaggio si presenta nei suoi colori più vivaci.
In conclusione, la Via Francigena del Salento rappresenta uno dei cammini più emozionanti e meno conosciuti d’Italia. Un invito a rallentare, osservare, respirare, ascoltare e vivere ogni passo come parte di un’esperienza indimenticabile nel cuore pulsante della Puglia.