pittule

Una vacanza in Salento è in grado di lasciare senza parole ogni turista per la bellezza del mare e delle spiagge, per l'intensa movida o per le innumerevoli bellezze artistiche e architettoniche delle città del Tacco d'Italia. Anche la cucina, però, non si mostra affatto da meno. Le specialità enogastronomiche salentine, infatti, sono apprezzate ovunque, contribuendo al successo turistico di Lecce e dintorni. Dalla puccia al pasticciotto, l'elenco potrebbe essere davvero lungo, comprendendo dolci e salati. Oggi, però, vogliamo parlarvi di un piatto forse meno noto, ma capace di conquistare tutti al primo assaggio: le pittule salentine!

Cosa sono le pittule salentine?

Tra le preparazioni tipiche più sfiziose della cucina salentina vanno annoverate certamente le pittule. Questi piccoli impasti fritti, messi in tavola soprattutto durante il periodo delle festività natalizie, coniugano semplicità e sapore, risultando al contempo appetitose e incredibilmente facili da preparare. Ottime da servire come antipasto, risultano perfette anche per essere gustate come snack o come aperitivo, magari accompagnate da un buon affettato o da uno dei numerosi vini rossi DOP del Salento. Non a caso, molto spesso esse vengono realizzate e vendute anche in strada, dove è possibile assaggiarle caldissime!

Se volete portare in casa vostra un po' di Salento non vi resta che impararne la ricetta. Ecco allora un rapido passo passo con tutti gli ingredienti, le dosi e le istruzioni per realizzare delle pittule salentine da urlo!

La ricetta delle pittule salentine

Per preparare una buona quantità di pittule per quattro-sei persone, la dose di farina consigliata è di circa 500 grammi. La ricetta originale prevede la divisione tra farina e semola, in rapporto di quattro a uno (400 grammi di farina e 100 di semola). L'impasto sarà realizzato unendo alla farina una pari quantità di acqua e una dose di lievito di birra, da sciogliere aiutandosi con mezzo cucchiaino di zucchero o con un bicchierino d'acqua tiepida.

La massa così ottenuta dovrà essere lavorata con le mani per alcuni minuti, fino a ottenere un impasto morbido, omogeneo e poco appiccicoso, da arricchire con un cucchiaino di sale. Bisognerà fare attenzione soprattutto ad impedire la formazione di grumi e a far sì che l'impasto sia sufficientemente liscio e facile da lavorare, ma non troppo denso.

Dopo aver terminato l'impasto, bisognerà lasciare al composto il tempo di lievitare. Saranno necessarie circa tre o quattro ore: un tempo si avvolgeva tra le coperte il contenitore utilizzato per tenerlo al caldo, mentre oggi si preferisce sistemarlo in forno, lasciando accesa soltanto la lucina per qualche ora.

Una volta cresciuto, l'impasto sarà pronto per il passaggio più importante e delicato, la frittura in olio bollente. Si dovrà perciò prenderne un po' alla volta, formare delle palline, magari aiutandosi con un cucchiaio, e riversarle subito nell'olio caldo, fino a ottenere una completa cottura all'interno e una bella e croccante doratura esterna. Basterà un pizzico di sale per servirle in tavola!

Le dimensioni delle pittule potranno essere variabili: alcuni le adorano molto piccole e di forma tondeggiante. Altri, invece, le preferiscono di forma irregolare o più lunghe. Chi vorrà rispettare alla lettera la tradizione lavorerà soltanto con le mani, ma bisognerà fare molta attenzione a non scottarsi e a inumidirsi costantemente le dita, per evitare che l'impasto vi si attacchi.

Altrettanto importante sarà monitorare sempre la temperatura dell'olio, che non dovrà innalzarsi eccessivamente per evitare che il liquido giunga al punto di fusione. Il nostro consiglio è quello di preferire olio di semi di girasole, anche se la tradizione non esclude l'impiego di olio d'oliva. Per le dosi che ci interessano occorrerà circa un litro e mezzo di olio.

Varietà d'impasto e consigli per servire le pittule salentine

Quella fornita ora non è che la ricetta base delle pittule. La tradizione salentina, però, prevede una ricca serie di possibili aggiunte, perfette per rendere queste piccole palline fritte ancora più saporite. L'impasto, infatti, può essere realizzato con olive denocciolate, intere o tagliuzzate o verdura stufata. Una vera chicca è costituita dall'aggiunta di cime di rapa, per unire i sapori più tipici del Salento e della Puglia. Buonissima, inoltre, è la variante con pomodorini, che renderanno le pittule salentine simili nel gusto a una focaccia.

Per portare le pittule in tavola, basterà scolare l'olio in eccesso, magari aiutandosi con della carta assorbente o con uno scola-fritti. Si potranno poi servire, opportunamente salate, in un unico grande piatto da mettere a centro tavola oppure in piattini da antipasto, e saranno ancor più apprezzate se abbinate con un contorno di verdure o con dei buoni salumi tipici.
Come tutti i fritti, le pittule salentine vanno mangiate bollenti!

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