calimera

Calimera è un paese dell'entroterra del Salento, a 15 km da Lecce, e parte della cosiddetta Grecìa Salentina con i comuni di Castrignano de' Greci, Corigliano d'Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino. In quest'area della provincia leccese è ancora viva la cultura greco-bizantina, da cui deriva anche il dialetto locale, che si è diffuso in Puglia tra il VI e il XII secolo. I viaggiatori trovano molte testimonianze artistiche di rara bellezza e una grande ricchezza storica. Il primo luogo da visitare è senza dubbio il parco pubblico, dove è presente una stele funeraria realizzata con il marmo bianco attico, ricevuta in dono dal Comune nel 1960. Arriva direttamente da Atene ed è stata inviata dall'amministrazione greca come un simbolo dell'identità comune delle due località. Ma questa è soltanto la partenza del lungo itinerario da compiere per scoprire Calimera. Il nome Calimera prende origine dalla parola greca Kalimera, che significa ''buongiorno''. L'influenza bizantina in ambito religioso ha proseguito fino al 1663, contribuendo a preservare la lingua. Il territorio, fino al 1599, è stato parte del feudo di Martano, per poi diventare amministrativamente autonomo.

La storia di Calimera

Il paese ubicato sulla via Traiana Calabra, che collega Otranto con Lecce e Brindisi, non ha origini certe, ma si suppone che la fondazione risalga alla colonizzazione bizantina, anche se potrebbe risalire al periodo magnogreco. Studiando le peculiarità urbanistiche del villaggio, si nota che Calimera è sorta lungo la viabilità messapica e successivamente romana. Vi era, infatti, la presenza della XII stazione di posta, insieme a una locanda, un ospizio e un ospedale annesso alla chiesa di Sant'Antonio, ovvero strutture laiche e religiose dove le persone potevano fare una sosta e ricrearsi. L'impostazione è esattamente quella di un casale aperto medievale.
Un altro indizio che ha permesso agli storici di approfondire le origini e lo sviluppo di Calimera è il dolmen Placa, collocato in contrada San Biagio, a cui si unisce la Specchia dei Mori, visibile dirigendosi verso Martano. L'area è caratterizzata da un grande bosco di lecci, tipico approvvigionamento per gli abitanti autoctoni, dove si trovavano i carbonai usati dai popoli antichi che hanno vissuto nella zona della Grecìa Salentina. A pochi passi dalle antiche carbonaie ci sono i resti della chiesetta sotterranea di San Biagio, dove c'è un importante affresco settecentesco. La sua realizzazione è di un'epoca successiva all'edificazione della chiesa, eretta nell'anno Mille. La piccola chiesa è parte di un'area archeologica che testimonia la presenza umana tra il II e il XV secolo dopo Cristo.
Nel complesso di San Vito, nella medesima zona, c'è un masso forato, utilizzato dai pagani per garantire la fertilità di terra, piante, madri e animali. Il rito accomuna diverse chiese sparse per il mondo, tra cui Bologna, Macedonia, Cefalonia e Tokio, tutte comunità precristiane. Nella parte rurale di Calimera, proprio tra le campagne coltivate, ci sono pagghiari, anche detti furni, che sono stati creati a secco con forme troncopiramidali e troncoconiche e un insediamento con grotte, tracciati viari, tombe e fosse frumentarie. Tutti questi elementi portano a origini molto antiche, anche se ciò che si può vedere oggi visitando Calimera è riconducibile all'influenza greca. Tra l'altro, negli ultimi secoli, il paese, che conta circa 7 mila abitanti, si è orientato sui servizi, puntando molto sul turismo. La valorizzazione culturale include il recupero del borgo antico, di cui resta poco. La storia della località, invece, è incentrata sull'agricoltura, che è stato per secoli il sostentamento della comunità del feudo, particolarmente povero.

Il museo di storia

Conoscere il passato di Calimera vuol dire immergersi tra le collezioni di ornitologia, botanica e paleontologia conservate nel Museo Civico di Storia Naturale del Salento. Il palazzo di via Europa svolge diverse attività collaterali, come la marcatura delle tartarughe di mare e il recupero degli animali selvatici in difficoltà nei boschi della zona.

Chiesa di San Brizio

La principale costruzione religiosa locale è dedicata al patrono San Brizio. Ha una pianta a croce latina e risale al 1689. La struttura è stata edificata sulle rovine di una chiesa di rito greco. L'edificio, con un campanile di quattro piani, si trova in piazza del Sole, a breve distanza dalla Cappella del Crocifisso, che contiene un altare con un crocifisso seicentesco di pregio e raffigurazioni dei quattro evangelisti.

Chiesa di San Vito

Alle porte di Calimera è collocata la chiesetta che conserva il grosso masso calcareo contraddistinto da un enorme foro usato nei riti pagani e propiziatori nell'antichità. Il giorno successivo alla Pasqua gli abitanti del paese continuano la tradizione di strisciare attraverso il masso, come nei secoli scorsi.

Il dolmen Placa

Situato a 3 km da Calimera, in direzione Melendugno, c'è il famoso dolmen Placa, il monumento megalitico con un perimetro di sette metri. Nella stessa zona si trova il meraviglioso dolmen Gurgulante con sette pietre piantate nel terreno sormontate da un'unica lastra.

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