In una piccola via di Tricase, lontano dalle rotte turistiche più affollate, si apre una porta che conduce in un mondo diverso. Non è solo un ristorante, non è solo una cucina di pesce. Lemì Cozze e Gin è un’idea trasformata in luogo, una visione che mescola sapori di mare, distillati profumati e ospitalità autentica. Un bistrot che rompe gli schemi senza mai perdere il contatto con la terra che lo ospita.

Oltre il bistrot: un’atmosfera che avvolge

Entrare da Lemì è come varcare la soglia di un racconto. Le pareti in pietra, i dettagli che sussurrano storie del passato, le luci calde che accarezzano il legno e il ferro: tutto parla con voce bassa, ma decisa. Lo spazio è raccolto, curato nei minimi particolari, e trasmette fin dal primo istante un senso di intimità consapevole, difficile da trovare altrove. Quando la stagione lo permette, il dehors nella piazzetta regala un’altra dimensione dell’esperienza: quella della cena all’aria aperta, circondati dalla bellezza sobria del borgo.

Il mare dentro ogni piatto

La cucina di Lemì nasce da una regola semplice, ma impegnativa: usare solo ciò che è fresco, vero, presente. Nessun compromesso con le esigenze del mercato, nessuna concessione alla moda. Lo chef Ippazio Turco, anima e guida del progetto, si muove tra fornelli e mercato del pesce con lo stesso entusiasmo di chi sa di avere una missione. Non si tratta solo di cucinare, ma di raccontare attraverso i piatti un’idea precisa di rispetto per il mare e per i suoi frutti.

Ogni giorno nasce un menù nuovo, scritto a mano, fatto di intuizioni e disponibilità. Le cozze sono il cuore, ma attorno a loro ruotano suggestioni che variano con il pescato. La materia prima è trattata con delicatezza e precisione, lasciando spazio ai sapori naturali, esaltandoli con tocchi sottili di acidità, dolcezza, amaro. Nulla è lasciato al caso, ma tutto è pensato per restituire un equilibrio pieno, mai artificioso.

Tra i piatti che sorprendono, non per l’effetto scenico ma per profondità, ci sono crudité di mare, pesci meno noti ma saporiti, primi piatti che giocano con texture e aromi, come il riso al nero di seppia con gelato di ricci. Sono piatti che non si dimenticano perché non cercano di stupire: semplicemente, restano impressi.

Gin come esperienza, non come tendenza

Nel nome del locale, accanto alle cozze, spicca il gin. Ma qui il distillato non è un’idea modaiola né un elemento decorativo. È un compagno di viaggio, un’estensione della filosofia del luogo. Viene proposto con la stessa cura riservata ai piatti, selezionato tra etichette artigianali, italiane e internazionali, o addirittura prodotto in casa.

Lo chef ha sperimentato con erbe spontanee del Salento, creando infusioni dal profilo aromatico inconfondibile. Il risultato è un’esperienza che non si ferma al calice: ogni sorso amplifica il gusto del piatto, lo accompagna, lo rilegge. Bere un gin da Lemì non è un intermezzo, ma un atto complementare alla cucina.

Un’accoglienza che ha un volto

A rendere tutto più naturale e armonico c’è Margherita, compagna di Ippazio e responsabile della sala. Il suo modo di accogliere è silenzioso, mai costruito, e fa sentire ogni ospite ascoltato. Il servizio è fluido, discreto, mai distante. Ogni portata arriva con il tempo giusto, con un consiglio su un abbinamento, con la sensazione che chi ti serve sa perfettamente cosa sta raccontando.

In sala si respira il piacere di stare, non solo quello di mangiare. La cura per i dettagli non è mai rigida, ma vissuta con leggerezza. Nessuna formalità superflua, nessuna imposizione. Solo il desiderio di offrire un momento pieno, rilassato, coinvolgente.

Una cucina che guarda avanti, senza dimenticare da dove viene

Lemì riesce a coniugare due aspetti che raramente si incontrano: la fedeltà alla tradizione e l’ambizione dell’innovazione. Le radici sono ben piantate nella terra e nel mare del Salento, ma lo sguardo si apre verso nuove possibilità. I piatti non sono mai prevedibili, ma mantengono sempre un legame con la cucina di casa, quella che ha il profumo delle mani esperte e dei pranzi domenicali.

In un contesto gastronomico sempre più omologato, Lemì è una voce distinta. Non cerca scorciatoie, non rincorre il consenso facile. Al contrario, costruisce un’identità forte attraverso la coerenza, l’ascolto della stagionalità, l’equilibrio tra semplicità e raffinatezza. È questo che lo rende diverso. È questo che lo rende memorabile.

Perché scegliere Lemì

Chi sceglie di sedersi a un tavolo da Lemì non lo fa solo per mangiare. Lo fa per vivere un tempo lento, per lasciarsi guidare in un percorso sensoriale che ha il ritmo del mare e l’eleganza della buona cucina. Lo fa perché ha voglia di scoprire sapori nuovi senza perdersi in orpelli, perché cerca autenticità, ricerca e qualità, racchiuse nello spazio di un pasto.

Lemì Cozze e Gin è un invito alla scoperta, un tributo al mare che diventa racconto, piatto dopo piatto, bicchiere dopo bicchiere. E quando si lascia quel tavolo, ci si porta via molto più di un buon ricordo: si porta via un modo diverso di guardare alla cucina di mare. Uno sguardo profondo, mai banale. E per questo, necessario.

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