San Martino in Salento: una festa della tradizione

"La nebbia agl’irti colli, piovigginando sale, e sotto il maestrale, urla e biancheggia il mare...": questi sono i primi versi di una nota poesia di Giosuè Carducci dal nome San Martino.

Ebbene, proprio la festa di San Martino da Tours è una delle più sentite in Salento: l'estremo lembo di Puglia, tanto amato d'estate per le sue spiagge e il suo mare, è anche una terra dove sopravvivono tradizioni antichissime, dove il sacro e il profano si mescolano. Questa affascinante commistione viene esaltata proprio l'11 novembre, il giorno in cui si celebra non solo il santo vescovo, ma anche il cosiddetto Capodanno Agricolo.

La festa di San Martino di Tours

La Festa di San Martino nel Salento riunisce il sacro e il profano. Certamente si celebra la figura del santo che, quando era soldato romano nel IV d.C., mentre si trovava in Gallia incontrò per strada un viandante. Era una notte fredda e il pover'uomo era quasi nudo e ormai allo stremo: Martino non ci pensò due volte e taglio parte del suo mantello per coprire l'uomo. Un attimo dopo questo gesto, il tempo si rasserenerò all'istante e proprio per questo si parla di estate di San Martino. Quella stessa notte, poi, il soldato ebbe la visione del Cristo che vestiva il suo mantello: questo evento fece esplodere in Martino la fede in Dio, tanto che si convertì al cristianesimo vivendo all'insegna della condivisione e della carità. I suoi concittadini lo amarono grandemente e lo nominarono vescovo, nonostante la ritrosia dell'umile San Martino. Morì l'8 novembre del 397 d.C., ma i funerali vennero celebrati tre giorni dopo, motivo per il quale si festeggia San Martino da Tours l'11 novembre.

In memoria della condivisone mostrata da San Martino, in Salento le celebrazioni in suo onore avvengono con la classica radunata, ovvero ci si ritrova con parenti e amici per condividere la tavola tutti insieme. Oltre a stare insieme, è importante anche imbandire la tavola in maniera molto ricca, con castagne, carne di cavallo o di maiale, cicoria e fave, frutta secca, “laccio” (si tratta di semplice sedano in pinzimonio), pittule dolci e salate, ma soprattutto vino novello. Il motivo di questa abbondanza è che l'11 novembre in Salento segna anche la fine dell'Anno Agricolo: per ringraziare dell'abbondanza e della carestia scampata c'era l'usanza, perpetrata sino ad oggi, di imbandire tavole ricche e abbondanti.

La festa di San Martino in giro per il Salento

La festa di San Martino di Tours viene celebrata in giro per il Salento con una serie di eventi che attirano migliaia di visitatori da tutta la regione. A fare la loro parte sono anche le cantine, che aprono le porte organizzando visite guidate e degustazioni: certo, oggi vanno per la maggiore vini Doc come il Malvasia e il famoso rosso Negroamaro, ma in passato si consumava esclusivamente il vino novello, da consumarsi in tempi relativamente brevi perché le bucce degli acini non vengono sottoposti a macerazione. Se prima i contadini aprivano le anfore in creta (chiamate ozze) per offrire il vino novello ai commensali come simbolo di benessere e prosperità, oggi sono le botti a essere aperte per innaffiare le tavole in occasione della Festa di San Martino di Tours.

Tra i borghi salentini che celebrano San Martino c'è ad esempio Taviano, nota come "la città dei fiori": il borgo, che ospita la bella chiesa dedicata al santo risalente al '600, si festeggia con un allegro spettacolo musicale a cui seguono i sempre spettacolari fuochi d'artificio.

La Fiera del Vino Novello anima invece il borgo di Alliste con tanto di immancabili degustazioni enogastronomiche, mentre a Leverano si svolge la Festa del Vino Novello: chiunque raggiunga questo paese di origine medioevale, potrà divertirsi tra visite ai vigneti come quello della antica Cantina Conti Zecca, degustazioni, mostre e spettacoli di artisti per strada.

Tra le altre celebrazioni di San Martino ci sono poi la Notte di San Martino nel borgo di Specchia, la festa di Parabita e l'evento "San Martino, le Lune e Il Vino" di Nardò, il cui nome rimanda alla credenza in base alla quale dalle fasi lunari dipendeva la buona riuscita della vinificazione. Nella spettacolare Piazza Salandra, al cospetto della Guglia dell'Immacolata e dell'elegante Palazzo del Sedile risalente al XV secolo, vengono installati stand dedicati ai vini DOP della città di Nardò: non manca poi il telescopio grazie al quale tutti possono osservare la luna e la volta stellata che illumina la città la sera dell'11 novembre.