teatro paisiello

Soprannominato dai leccesi con l'affettuosa espressione "bomboniera" per la bellezza e le ridotte dimensioni dell'edificio, il Paisiello è un elegante Teatro risorgimentale situato a pochi passi da Porta Napoli, nel pieno centro storico di Lecce.


La storia del teatro Paisiello

Il Teatro Paisiello nasce come una prosecuzione del Teatro Nuovo San Giusto, il vecchio e ormai demolito edificio ligneo costruito nel 1758 da Giovanni Battista Pinto sotto commissione del musicofilo Antonio Bernardini e del Barone di Vanze Gaetano Mancarella.
Chiuso per la prima volta nel 1864 perché ritenuto inagibile, nel 1867 gli eredi Mancarella convengono sia meglio cedere il Teatro che si erano tramandati di generazione in generazione al comune di Lecce. Tuttavia il comune, ritenendo lo stabile poco adatto alla realizzazione degli spettacoli teatrali e degli eventi culturali previsti in città, decide di finanziare dei lavori di demolizione e successiva ricostruzione del teatro in pietra.
I lavori vengono affidati all'architetto Oronzo Bernardini che, seguendo lo stile Neoclassico, entrato ormai in voga a partire dalla seconda metà del XVII secolo, porta avanti anche un processo di modernizzazione.
Il Teatro riapre al pubblico tre anni dopo, nel 1870, in concomitanza con la Presa di Roma (conosciuta altresì come Breccia di Porta Pia). Si tratta quindi di una data che inaugura il Teatro stesso e coinvolge la città di Lecce e provincia, ma che rappresenta anche un momento storico rivoluzionario nella storia della nazione, sancendo l'annessione di Roma al Regno d'Italia, ponendo fine al potere temporale dello Stato Pontificio e determinando il trasferimento della capitale da Firenze a Roma.


Il nome "Paisiello"

Il Teatro viene intitolato al celebre compositore originario di Taranto Giovanni Paisiello (1740-1816), considerato uno dei maggiori rappresentanti del teatro operistico italiano del ’700. Dopo aver intrapreso gli studi a Napoli, Paisiello si stabilisce nella capitale campana, eccetto che per un paio di soggiorni passati Oltr'alpe: in particolare, è stato per tre anni direttore musicale a San Pietroburgo per la corte di Caterina II e, nei due anni vissuti a Parigi, presso la corte di Napoleone.


Il Paisiello agli occhi del visitatore

Nonostante le piccole dimensioni (tra platea e palchi infatti sono presenti soltanto 320 posti a sedere), la bellezza del Teatro Paisiello risalta alla vista per il suo gusto Neoclassico, sottolineato dalla presenza dei grandi archi decorati a bugnato e dei capitelli ionici che circondano le grandi finestre del piano superiore. L'edificio è inoltre impreziosito con i simboli e le maschere del teatro greco classico, mentre al di sopra della finestra centrale è presente un'iscrizione che riporta il nome del teatro e la data di inaugurazione.
All'interno dell'edificio si possono ancora oggi trovare le delicate decorazioni in stucco dorato realizzate dalle maestranze artigiane napoletane che impreziosiscono l'intera struttura.
Di particolare pregio sono gli affreschi ancora ben conservati della volta, realizzati a tempera dal pittore napoletano Vincenzo Paliotti (1831-1894). Nel particolare, si tratta di raffigurazioni della Tragedia e della Commedia circondate dalle Grazie, l'Armonia tra le nuvole e, nell'arco situato sopra il palcoscenico, si trovano le figure allegoriche del Giorno e della Notte separate dall'orologio.
Nel foyer, ovvero la piccola sala dove il pubblico si intrattiene prima, durante e alla fine di uno spettacolo teatrale, il peristilio è dotato di un paio di nicchie al cui interno sono racchiusi due busti scolpiti da Antonio Bortone (1844-1938), originario di Ruffano. Questi busti raffigurano il già citato Giovanni Paisiello, a cui è intitolato il Teatro, e Leonardo Leo (1694-1744), compositore originario della provincia di Brindisi e rappresentante della scuola musicale napoletana.
Nella sala è possibile ammirare anche il pianoforte verticale Steinwein istoriato e dorato risalente all'anno 1870, ormai di proprietà del comune di Lecce ma precedentemente appartenuto alla famiglia dell' "Usignolo di Lecce" Tito Schipa (1888-1965), considerato uno dei maggiori tenori di grazia della storia dell'opera.
Nel 2006 è stato aggiunto anche un busto rappresentante il commediografo leccese Raffaele Protopapa (1907-1995), consegnato dal Centro Studi a suo nome.

Il Paisiello nell'ultimo secolo

Negli anni del dopoguerra il Teatro è stato adattato anche come cinematografo della provincia e, sempre in questo periodo, ha subito alcuni gravi danni a causa delle due guerre e dei diversi attacchi vandalici di cui si è reso protagonista.
La bomboniera di Lecce viene perciò chiusa al pubblico nel 1965 per circa un decennio. Dal 1975 il comune di Lecce ha tentato la fase di recupero che però, tra continue interruzioni e l'assenza di finanziamenti, si è protratta per quasi venti anni. Soltanto a seguito di ulteriori restauri negli anni ’90 del secolo scorso, il Teatro Paisiello è tornato a ricoprire un ruolo di primo piano nella scena culturale pugliese ed è, ad oggi, uno dei teatri più attivi e importanti dell'intera provincia.